Quando il cuore si arresta, cessa la sua funzione di pompa e la circolazione si interrompe. Gli organi non ricevono più ossigeno e iniziano a subire dei danni. Questo processo è reversibile in un primo momento, ma con il passare dei minuti la situazione si aggrava. La mancanza di ossigeno al cervello porta alla perdita di coscienza: i primi danni iniziano dopo 4-5 minuti e diventano irreversibili dopo 10 minuti di assenza di circolazione.
Il tempo è determinante, così come è importante la presenza di una persona in grado di effettuare un primo soccorso efficace. La possibilità di sopravvivenza si riduce del 10%-12% per ogni minuto che trascorre prima della defibrillazione, ma con un intervento rapido le probabilità di sopravvivenza arrivano al 75%.